Emicrania e PFO
In Italia un numero elevato di individui soffre di emicrania, ma non sempre si ricerca una correlazione tra emicrania e PFO. Inoltre, molte persone hanno avuto un TIA ( attacco ischemico transitorio) di natura da determinare ( NDD), cioè per causa sconosciuta.
In alcuni casi queste patologie hanno una genesi che effettivamente non è possibile comprendere. Nella maggior parte dei pazienti, invece, l’origine dei malesseri non viene ricercata in maniera esaustiva.
Il PFO o Pervietà del Forame Ovale ha una presenza molto elevata nella popolazione italiana. Infatti interessa circa il 25-30% del popolo italiano. Di questa percentuale di portatori di PFO un numero altissimo sono asintomatici e non avranno problemi per tutta la loro esistenza. Invece, una piccola percentuale potrà avere una molteplicità di disturbi (vai alla testimonianza di una paziente), quali:
- emicrania;
- cefalea;
- episodi vertiginosi;
- TIA ( fugaci disturbi della vista, della parola o del movimento/ sensibilità di alcune parti del corpo).
In tutti questi pazienti un PFO andrebbe sempre valutato.
E’ fondamentale, innanzitutto, trovare un medico in grado di prescrivere un percorso diagnostico corretto (cardiologo-neurologo-internista) e poi di saper interpretare i dati e di decidere una strategia terapeutica.
Le metodiche per individuare un PFO sono molteplici:
- l’ecocardiogramma;
- un’ ecocardiogramma con bubble test;
- l’ecocardiogramma transesofageo;
- l’ecocolordoppler trancranico con bubble test;
- un’angiografia;
- l’RMN cerebrale.
Una volta diagnosticato il PFO bisogna comprendere la sua pericolosità, ossia quanto sia in grado di determinare uno SHUNT cioè un passaggio di sangue da un atrio all’altro. Inoltre và quantificato questo passaggio e conseguentemente il rischio .
Solo dopo aver valutato attentamente il rischio o la presenza di un danno già esistente, si potrà decidere se intraprendere una terapia medica ( antiaggreganti o anticoagulanti) o se è necessaria una terapia chirurgica, la chiusura del FORAME.
Incredibile! Non sapevo che il rischio era così alto per gli italiani! Avevo 39 anni quando ho subito un TIA e abbiamo scoperto il PFO, grazie a l’ecocardiogramma transesofageo sei settimana dopo l’evento. Ero asintomatico attico prima l’attacco TIA.
Grazie Dott. Massimo per questo articolo molto informativo! Lei, sei stato molto utile quando stavamo cercando di capire tutto molti anni fa.
Il rischio è molto alto, per questo la prevenzione è tanto importante.